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Dedichiamo questo spazio all'approfondimento di alcune tematiche di competenza della Polizia Locale e di diretto interesse per la cittadinanza.


 

La sostenibile ragionevolezza della responsabilità

Torno ora dall'obitorio dove ho accompagnato una dignitosa famiglia a vedere per l'ultima volta il loro caro che non c'è più. Nelle orecchie e negli occhi parole e immagini di grande dolore ma anche di grande compostezza. Una cosa che mi ha colpito molto e che faccio fatica a comprendere, da essere umano, è che in tutta la mattinata non ho sentito una sola parola di rabbia verso chi è stato causa di tanto dolore. E allora io che sono esterna a questo dolore e che ho solo accompagnato per un breve tratto questa famiglia mi chiedo: perchè? Perchè scappare di fronte alle proprie responsabilità? Perchè non fermarsi a soccorrere una persona della cui condizione siamo stati la causa? Sicuramente, e parlo da professionista che si occupa di questa materia, il peso della colpa è diverso da quello della responsabilità, il caricarsi del peso del silenzio in una situazione simile è più pesante e difficile di qualsiasi assunzione di responsabilità e di qualsiasi percorso giuridico si debba affrontare. E' difficile quando si sbaglia assumersene la responsabilità, credo che la ragione principale sia la paura, paura delle conseguenze, del giudizio degli altri o semplicemente paura e basta! E così si scelgono la fuga ed il silenzio, per reazione, ma il peso delle nostre azioni ha una voce che forse gli altri non sentono, ma noi si e questa voce ci segue ovunque andiamo, ricordandoci il carico che portiamo sulle spalle. Ma perchè sopportare un tale peso? Ci giova veramente far finta di niente e riprendere la nostra vita quotidiana, sapendo di avere causato dolore ad un altro essere umano ed alla sua famiglia? Proviamo a metterci nei panni dell'altro che non abbiamo soccorso? Io non ho una risposta a queste domande, ma penso che tutti vorremmo che in questi casi l'attenzione per l'altro e la coscienza non solo civica, ma soprattutto umana, ci portassero a fermarci, a mettere da parte la paura per le conseguenze e ci spingessero a fare tutto quello che possiamo per aiutare un altro essere umano in difficoltà, compreso assumersi le proprie colpe. Questo atto dovuto ci porta, si ad un assunzione di responsabilità che avrà delle conseguenze legali, ma saranno sicuramente più sostenibili di quelle che dovremmo pagare alla nostra coscienza portando il peso del silenzio sulle spalle per il resto della nostra vita.
Raffaella Buzzi
Psicologo -psicoterapeuta - Presidente Associazione Psicologi per i Popoli Veneto

"Pagelle della P.M." – Il Comune precisa

A seguito dell'articolo pubblicato venerdì 21 febbraio nelle pagine de "Il Gazzettino", pubblichiamo l'intervento del Sig. Segretario Generale del Comune di Padova Graziano Nieddu.

"Il sistema di valutazione in vigore fino al 2012 prevedeva che i dipendenti venissero valutati con utilizzo di una scheda con un punteggio su una scala da 1 a 4 (1 non adeguato;2 regolare; 3 regolare con rendimento superiore alle aspettative; 4 eccellente). Tale sistema è stato in vigore per molti anni e ha determinato alla fine una scarsa o insufficiente agibilità della scheda causa il rapido raggiungimento del valore massimoindividuale, rendendo di fatto impossibile ogni margine di miglioramento. A partire dal2013 è stato approvato dal Comune di Padova, in accordo con le organizzazioni sindacali, un nuovo regolamento del sistema di misurazione e valutazione della performance individuale. Tale nuovo sistema ha introdotto alcune sostanziali novità rispetto al precedente; infatti i punteggi sono stati individuati su una scala diversa che ora va da 0 a 10 (0-2 insufficiente; 3-4 sufficiente; 5-6- buono; 7-8 distinto ; 9-10 ottimo) e
sono state apportate modifiche alla descrizione di alcuni comportamenti organizzativi. Tenuto conto di tali novità non è quindi possibile creare automatismi tra la valutazione del 2012 e quella del 2013; in questo senso il Settore Risorse Umane ha emanato ai dirigenti del Comune apposita direttiva. La valutazione effettuata dal Comando ha pertanto tenuto conto della necessità di applicare le nuove regole con equilibrio, evitando sperequazioni tra dipendenti dei vari Reparti e riduzioni di compenso economico in busta paga - che non ci sono state - tenendo conto che il nuovo sistema di valutazione attraverso l'utilizzo di una scala più ampia consente futuri ampi margini di miglioramento per il singolo dipendente Applicati quindi i criteri e i pararmetri introdotti dal nuovo regolamento, nell'assegnare la valutazione si è tenuto conto - come detto -anche degli importi percepiti da ciascun dipendente nell'anno precedente, al fine di non causare alcuna penalizzazione economica rispetto al 2012. Non corrisponde quindi al vero affermare che i dipendenti sono stati penalizzati dal punto di vista economico. Il Comando ha valutato infine che i dipendenti di altri Settori del Comune hanno ricevuto nella scheda - senza per questo averne uno specifico beneficio economico - una valutazione mediamente superiore di alcuni punti a quella attribuita per analoga causale ai dipendenti della P.L. Pertanto per evitare qualsiasi considerazione sfavorevole per gli operatori della P.L. i valori in gioco sono stati riequilibrati attribuendo a ciascuna scheda ulteriori punti 5 da distribuire tra le voci della scheda., senza che questo possa comportare una maggiorazione economica rispetto a quanto precedente deciso dal Comando. "

In merito al caso del "bambino di Cittadella", sollevato dall'ex senatore pidiellino Maurizio Saia, si è quindi ribadito che la posizione degli operatori dei Servizi sociali di Padova e dell'allora capo settore Lorenzo Panizzolo (nonché degli operatori di Polizia) è immune da censure, in quanto il Gip ha deciso di archiviare il caso.

VeliIn Italia non si sono avute molte pronunce della Magistratura al riguardo ma, per la verità, quelle poche che sono intervenute sono andate verso un atteggiamento di condiscendenza all’uso del niqab (anche se poi, in effetti nei casi oggetto delle pronunce si parlava di burqa). Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 3076/2008 nel ratificare la decisione del TAR del Friuli – Venezia Giulia n. 645/2006 che aveva confermato il provvedimento del Prefetto di Pordenone il quale aveva annullato l’ordinanza del Sindaco del Comune di Azzano Decimo che aveva incluso il velo tra i mezzi idonei a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, ha testualmente affermato: “Nello stesso atto di appello, il Comune non ha celato l’unica e principale finalità del provvedimento adottato dal Sindaco, sottolineando anzi che l’iniziativa aveva un forte rilievo politico e culturale in quanto il velo che copre il volto, oggetto dell’ordinanza, altro non è che il burqa indossato da molte donne musulmane, il cui utilizzo in luogo pubblico il Sindaco ha inteso vietare. Si rileva, in primo luogo, che del tutto errato è il riferimento al divieto di comparire mascherato in luogo pubblico, di cui all’art. 85 del R.D. n. 773/1931, in quanto è evidente che il burqa non costituisce una maschera, ma un tradizionale capo di abbigliamento di alcune popolazioni, tuttora utilizzato anche con aspetti di pratica religiosa. Non pertinente è anche il richiamo all’art. 5 della legge n. 152/1975, che vieta l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. La ratio della norma, diretta alla tutela dell’ordine pubblico, è quella di evitare che l’utilizzo di caschi o di altri mezzi possa avvenire con la finalità di evitare il riconoscimento. Tuttavia, un divieto assoluto vi è solo in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino.
Negli altri casi, l’utilizzo di mezzi potenzialmente idonei a rendere difficoltoso il riconoscimento è vietato solo se avviene “senza giustificato motivo”. Con riferimento al “velo che copre il volto”, o in particolare al burqa, si tratta di un utilizzo che generalmente non è diretto ad evitare il riconoscimento, ma costituisce attuazione di una tradizione di determinate popolazioni e culture.
In questa sede al giudice non spetta dare giudizi di merito sull’utilizzo del velo, né verificare se si tratti di un simbolo culturale, religioso, o di altra natura, né compete estendere la verifica alla spontaneità, o meno, di tale utilizzo. Ciò che rileva sotto il profilo giuridico è che non si è in presenza di un mezzo finalizzato a impedire senza giustificato motivo il riconoscimento. Il citato art. 5 consente nel nostro ordinamento che una persona indossi il velo per motivi religiosi o culturali; le esigenze di pubblica sicurezza sono soddisfatte dal divieto di utilizzo in occasione di manifestazioni e dall’obbligo per tali persone di sottoporsi all'identificazione e alla rimozione del velo, ove necessario a tal fine. Resta fermo che tale interpretazione non esclude che in determinati luoghi o da parte di specifici ordinamenti possano essere previste, anche in via amministrativa, regole comportamentali diverse incompatibili con il suddetto utilizzo, purché ovviamente trovino una ragionevole e legittima giustificazione sulla base di specifiche e settoriali esigenze.” La legislazione nazionale non fa divieto a una persona di indossare un velo per motivi religiosi o culturali, con l’unica eccezione che attiene a manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che prevedano tale uso.
E’ vero, però, che nel caso in cui si debba procedere all’identificazione di una persona così abbigliata, esigenze di pubblica sicurezza (o di polizia giudiziaria) richiedono che l’operazione sia condotta in maniera tale da poter giungere a un riconoscimento personale compiuto; è evidente, pertanto che, se del caso, la persona dovrà momentaneamente procedere alla rimozione del velo affinché l’operatore di polizia possa efficacemente portare a termine l’identificazione.
In tale ottica vedasi la sentenza del Tribunale di Cremona del 27 novembre 2008 che, massimizzando, ha affermato: “Non è configurabile il reato di cui all’art. 5 L.152/1975 a carico di una cittadina extracomunitaria, che, indossando in luogo pubblico un burqa, lo abbia immediatamente sollevato, onde soddisfare la richiesta di identificazione avanzantale da un agente di polizia. Indossare il burqa durante un’udienza in Corte d’Assise, se non vi è stato nessun impedimento od ostacolo, ovvero un apprezzabile ritardo, o difficoltà nel riconoscimento non integra la citata fattispecie di reato. Il giustificato motivo assume, invece, rilevanza esclusivamente nel caso in cui si ritenga, a seguito di interpretazione del caso concreto, che la condotta abbia ostacolato o solamente ritardato il riconoscimento.”.
Tutto ciò detto, gli operatori di Polizia potranno procedere, se del caso, all’identificazione della persona, evidenziando, però, che il fatto di indossare un tale capo d’abbigliamento, non è, allo stato attuale, penalmente o amministrativamente sanzionabile.

 

Commissario Capo
Dott. Cino Cecchini

 

Congratulazioni a .....

 

laureaMONICA COTAR - Ufficiale della Polizia Locale di Padova

che ha brillantemente terminato il proprio percorso di Laurea in Scienze Criminologiche per l'investigazione e la sicurezza con la Tesi "Lotta al fenomeno della contraffazione ed etichettatura dei prodotti: il progetto ANCI - Ministero dello sviluppo Economico sulla "rete" dei Comuni per la lotta alla contraffazione".

GRANDE!! Dottoressa Monica

 

 

 

Report Guida in stato di ebbrezza

Nel 2013 la Polizia Locale di Padova ha ritirato per guida in stato di ebbrezza 224 patenti di guida, di cui 146 intestate a cittadini italiani e 197 a persone di sesso maschile. I mesi con la maggiore incidenza di ritiri sono Maggio (27) e Aprile (25) mentre in estate Luglio e Settembre hanno valori pressochè uguali (21 e 20). Questo il report completo.

 2013

 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOTALE
   19 15 19 25 27 10 21 17 20 18 13 20 224
               
   ITALIANI 146 STRANIERI 78        
                           
UOMINI 197 DONNE 27        

Festa di S. Sebastiano 2014 - Discorso del Comandante P.M.

Ringrazio le Autorità e tutti i presenti qui convenuti per la celebrazione di S. Sebastiano, Patrono della Polizia Locale; ritrovarsi in questa circostanza è occasione per riconoscere i valori fondanti della nostra attività di servizio, che è tutta e solo a favore della cittadinanza, e per rinsaldare lo spirito di Corpo.

Ringrazio don Luciano, il nostro Cappellano, per la vicinanza e l'affetto che ci dimostra e con cui segue la vita del Corpo della P.L. Lo ringrazio anche per aver benedetto il labaro del gruppo AVIS della P.L., di recente costituzione; donare il sangue è una indispensabile testimonianza di concreta solidarietà verso chi ha bisogno, e anche su questo fronte i vigili urbani vogliono essere presenti.

Ringrazio anche il coro che è composto da numerosi operatori di P.L. e che con passione e competenza è sempre presente nelle nostre cerimonie e nelle occasioni più significative.

Fu Papa Pio XII che nel maggio del 1957 nominò il martire S. Sebastiano Patrono dei vigili urbani; Sebastiano - verso la fine del 200 d.C. - era un alto Ufficiale della 1^ legione di stanza a Roma a difesa dell'Imperatore. La P.L. più semplicemente, ma con tenacia, concorre invece con le forze dell'ordine ad assicurare la sicurezza della Città e dei suoi abitanti. Ringrazio pertanto tutte le forze dell'ordine per l'ottima intesa raggiunta che consente di svolgere un proficuo lavoro di squadra.

Il 2013 si è chiuso da poche settimane e i risultati raggiunti documentano il forte impegno posto dal personale di P.L. per svolgere i compiti di istituto e per raggiungere gli obiettivi fissati dall'Amministrazione. A titolo di esempio evidenzio come indicatore, forse il più significativo, della attività del 2013 il n. delle chiamate ricevute dalla Centrale Operativa della P.L. che sono state 163.445, circa il 7% in più del 2012. Testimonianza della fiducia dei cittadini verso il nostro personale e la nostra professionalità.

Il 2014 sarà senz'altro ugualmente impegnativo e di certo la P.L. non mancherà di mettere a servizio della Città tutto il necessario impegno: ringrazio per questo già da ora gli Ufficiali, gli agenti e il personale tutto del Corpo di P.L.

Padova, 20 Gennaio 2014

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